Apple II

Apple
II
1977
Professional

Dati tecnici (fonte www.old-computers.com):

  • Nome: APPLE II
  • Produttore: Apple
  • Tipo: Home Computer
  • Paese sede del marchio: U.S.A.
  • Anno inizio commercializzazione: 1977
  • Anno fine produzione: 1980
  • CPU: MOS 6502
  • Clock (velocità in Mhz): 1MHz
  • Ram: da 4 KB fino a 64 KB
  • Prezzo: $1298 (1978, USA)


16 aprile 1977, Fiera del computer, West Coast di San Francisco: Steve Jobs e Steve Wozniak, dopo il successo di Apple I, computer dalle dimensioni ridotte ma destinato ai veri appassionati di elettronica, presentano un computer molto più raffinato e commerciale, che chiunque avrebbe potuto utilizzare appena tolto dalla scatola, un elegante case di plastica, disegnato dallo stesso Jobs: il desiderio di realizzare con l’Apple II un computer non solo funzionale, ma anche bello da vedere è stato da sempre un requisito fondamentale nell’intera produzione Apple (https://www.appuntidivita.eu/apple-ii/).

Apple II è una costola di Apple I non solo perché ne condivide la paternità ma anche perché il successo del primo attirò l’attenzione di un investitore, Mike Markkula, che divenne socio grazie a 250.000 dollari.


Il neonato logo della Apple, una mela stilizzata morsicata, in questa occasione si veste di sei bande colorate orizzontali, diventando quindi più user-frendly e richiamando la capacità di Apple II di supportare l’uso dei colori. (https://ipermela.com/blog/).

Dal 5 giugno 1977 quello che viene considerato il primo vero personal computer di Apple viene commercializzato, concorrendo con altri importanti prodotti presentati al West Coast Computer Faire come il Commodore PET 2001 e il TR-S 80 di Radio Shack.

Il prezzo non era proprio accessibile a tutti, la configurazione base (con 4KB di RAM e un processore da 1 MHz monitor escluso) costava circa 1.300 dollari; ciò nonostante ne furono vendute circa 300.000 unità in quattro anni, cifre non paragonabili se si pensa agli ultimi prodotti Apple ma assolutamente dignitose per quei tempi. Diversi i punti di forza: il sistema operativo non era ancora dotato di un'interfaccia grafica, ma Apple II era uno dei primi device a proporre una grafica a colori e la possibilità di riprodurre l'audio già out-of-box. Il personal computer era in oltre dotato di un doppio controller dedicato al gaming, particolare che incuriosiva molto quella fetta di utenza che in quegli anni iniziava a conoscere un altro dispositivo dedicato all'intrattenimento videoludico, ovvero la console Atari VCS. (https://apple.hdblog.it/2012/04/17/apple-ii-nasceva-35-anni-fa-il-personal-computer-della-casa-di-cupertino-curiosita/).

Con Apple II nasce anche il primo gioco di simulazione di volo (Sublogic Flight Simulator).

La macchina era provvista di tastiera integrata ma memoria di massa e display erano esterni. La tastiera è inclinata ma sollevata dal bordo. La parte superiore, apribile, nasconde le schede di espansione. L’unica spia presente si illumina con l’accensione che avviene attraverso un tasto posto sul retro; appena messo in funzione, il sistema emette un beep ma rimane poi silenzioso (non ci sono infatti ventole di alcun genere). Se è collegato un Disk II, la macchina cercherà di caricare il sistema operativo che sarà pronto in pochi secondi, altrimenti l’unità emetterà un forte rumore che potrebbe indurre a pensare che la macchina sia rotta.

Le possibilità video sono rappresentate da un connettore coassiale per un monitor B/W o dalla presenza di una scheda di espansione da inserire in uno degli slot, che ospita il modulatore PAL e quindi la possibilità di collegarvi un comune televisore alla presa antenna sintonizzandolo sul classico canale UHF 36. In questo caso l'Apple esce a colori qualora si utilizzino le istruzioni grafiche appositamente presenti nel Basic Applesoft in dotazione.

Il sistema operativo per la gestione dei dischi è il nativo DOS programmato dalla stessa Apple che si trova normalmente nella versione 3.2/3.3. [https://www.vincenzoscarpa.it/emuwiki/pmwiki/pmwiki.php?n=ProveComputer.ProveComputer,Apple2?&lng=de&r=1&w=1366&h=768]


L’Apple II era una vera rivoluzione anche perchè i programmi potevano essere sviluppati via software, a differenza della prima versione e dei computer allora in commercio, nei quali i programmi potevano essere implementati unicamente tramite hardware. La sua facilità di programmazione indusse nel 1979 un giovane studente della Harvard Business School, Dan Bricklin, a realizzare il primo foglio elettronico della storia, chiamato VisiCalc (contrazione di Visual Calculator, calcolatore visuale). Tale software era scritto in linguaggio macchina ed occupava soltanto 20Kb di memoria, era unicamente costituito da una matrice di 5 colonne e 20 righe, nelle celle si potevano scrivere testi e numeri e inserire formule per effettuare i calcoli utilizzando i riferimenti delle celle come variabili (la stessa cosa che si fa oggi con Excel). Dan Bricklin oggi ha un proprio sito web e se volete provare l’ebrezza di utilizzare il primo foglio di calcolo della storia, potete scaricarlo (http://www.bricklin.com/history/vcexecutable.htm ): il file, che rappresenta una versione più aggiornata rispetto alla prima, va rinominato dandogli l’estensione .com, basta quindi lanciarlo e funzionerà! E’ inoltre disponibile il manuale originale per leggerne tutte le funzioni (http://www.bricklin.com/history/refcard1.htm). Apple II veniva infatti fornito con il mitico "RedBook", un manuale ricavato da pagine dattiloscritte, fogli volanti e appunti che per lungo tempo ha costituito l'unico manuale di riferimento per la macchina. Prodotto in diverse revisioni, l'Apple II è rimasto sul mercato dal 1977 fino ai primi anni '80, condividendo nell'ultimo periodo della sua vita la scena con il fratello maggiore Apple II Plus.

[fonti https://www.settorezero.com/wordpress/lantenato-di-excel/ - http://www.museopc.it/computer.php?id=176&imgid=1 ]

In occasione del 35esimo anniversario dell’Apple II, è stato ripubblicato un articolo datato 1977 scritto da Wozniak per la rivsita Byte e dedicato proprio a questo fantastico computer. L’articolo inizia con una frase celebre del co-fondatore di Apple: “Per me, un personal computer deve essere piccolo, affidabile, comodo da usare ed economico”. Wozniak continua poi il pezzo parlando del funzionamento del video di Apple II con colori e grafica, una caratteristica importante dato che nel 1977 erano pochi i computer in grado di gestire grafica bitmap e a colori. Nell’articolo si parla poi dell’utilizzo del linguaggio BASIC per la realizzazione di un videogame e di come funzionano video, scheda di memoria e periferiche.

https://mac.iphoneitalia.com/51439/35-anni-di-apple-ii-ecco-la-recensione-che-scrisse-il-suo-ideatore-steve-wozniak

Ma cosa accadrebbe se i nativi digitali, figli di internet e delle tecnologie avanzate, abituati a telefoni cellulari, touchscreen e connettività permanente si approcciassero a un antenato del pc?

Invitati ad accenderlo, tutti scoprirebbero che con l’interruttore avrebbero avviato soltanto il monitor. Ma la vera sorpresa sarebbe un’altra: una volta acceso, Apple II attende input. E dunque, “dove sono le app, i giochi, e i siti Web?”. Il fatto è che bisogna premere il pulsante “Reset” sulla tastiera, prima di poter fare alcunché. E se si tenta di avviare i giochi (“GAMES”) o di andare su Internet (“GOOGLE”) e il sistema restituisce errore di sintassi? Il fatto è che al tempo non esisteva Internet... Poi occorre svelare l’esistenza del Disco Floppy, grosso quasi come un iPad mini, necessario al computer perché non ha un hard disk (e qualcuno si domanderà incredulo: “e allora perché è tanto grosso?”). (https://www.melablog.it/post/136217/apple-ii-ecco-cosa-accade-quando-cercano-di-usarlo-i-bambini-di-oggi/ )


Se invece non fate parte delle ultime generazioni e avete voglia di un tuffo nel passato, vi segnaliamo la possibilità di provare un emulatore direttamente su internet (https://www.vincenzoscarpa.it/emuwiki/pmwiki/pmwiki.php?n=Emulatori.Mac,Apple2?&lng=it&r=1&w=1366&h=768)

 

E se volete avere al polso un richiamo a questo storico computer di successo della Mela, esiste oggi un orologio che rende omaggio ad Apple II, progettato da Instructables, dotato di scocca in plastica, floppy disk in miniatura e una rotella per cambiare schermata. [https://video.repubblica.it/tecno-e-scienze/apple-ii-watch-lo-smartwatch-e-vintage/197291/196319]

Ma facciamo un passo indietro: cosa sarebbe successo se nel 1984, invece del Mac, Apple avesse presentato un Apple IV aggiornato nell’hardware e dotato di interfaccia grafica?

 

L’Apple II e il Macintosh portano in sé una filosofia e dei valori diametralmente opposti: se il Macintosh è figlio della visione e della sensibilità estetica di Steve Jobs, Apple II è frutto dell’anima hacker di Steve Wozniak, autentico genio della storia informatica. Questi due computer rappresentano inoltre la personalità dei rispettivi ispiratori, ciò che loro avrebbero voluto avere sulla scrivania, e riflettono due scuole di pensiero assolutamente opposte.

Apple II è un computer spartano ma estremamente potente e funzionale per l’epoca, basato sul celebre 6502 di MOS e costruito con una filosofia di design hardware parallela a ciò che anni dopo, in ambito software, sarebbe stato l’open source.

Il Macintosh nasce in effetti da un’ispirazione completamente diversa: se l’Apple II è un sistema per smanettoni, il Mac nasce da una nuova concezione di computer: un oggetto intuitivo nell’uso grazie ad un’interfaccia completamente grafica, che mette a disposizione di qualunque utente, indipendentemente dalla sua alfabetizzazione informatica, strumenti idonei a potenziare la sua produttività e creatività.

Oggi è facile capire perchè l’informatica ha preso la strada indicata dal Mac piuttosto che quella seguita da Apple II, e non avrebbe forse potuto essere diversamente, data la crescita del fenomeno PC ben oltre i ristretti confini del mondo degli hobbisti.

https://www.appuntidigitali.it/3172/apple-ii-unaltra-apple-era-possibile/

 

Comunque Apple II ebbe indubbiamente la sua dose di successo, come abbiamo già detto, anche grazie ai giochi ad esso correlati; uno in particolare, “Oregon Trail” con la versione Apple II nel 1985, entrò nell’immaginario e nella Storia, arrivando in ogni singola scuola in America. Inventato da tre giovani (Don Rawitsch, Bill Heinemann, and Paul Dillenberger) tra il 1971 e il 1974 come gioco scolastico, Oregon Trail è la rappresentazione della strada percorsa dai pionieri del West, minatori e gente in cerca di fortuna: si sceglie un personaggio e un mestiere e si affrontano ostacoli e avventure. Uno dei creatori, Paul, studia per diventare insegnante di matematica e immette una quantità notevole di “probabilità” nella simulazione: perdite finanziarie, decisioni da prendere in pochi secondi, cose da comprare, fiumi da attraversare, il morbillo, morsi di serpente, l’esaurimento e la stanchezza, il tifo, il colera e la dissenteria. E ovviamente un colpo di pistola sparato per sbaglio dalla carovana o al saloon.

Molti studenti faticano a ricordarsi le formule matematiche, ma non hanno mai dimenticato questo gioco. Aprì la strada a una miriade di videogiochi e programmi educativi, tanto che fino al 2001-2002 la maggioranza di CD-rom, siti, risorse informatiche aveva fini principalmente scolastici. 

[https://www.lastampa.it/cultura/2020/05/06/news/oregon-trail-ovvero-il-nonno-della-scuola-online-1.38811292 ]

 

Ma chiudiamo il cerchio da dove siamo partiti con un aneddoto curioso, uno scambio di doni, conclusosi attraverso il regalo di Larry Brilliant alla vedova Jobs.

Steve Jobs, infatti, trascorse un periodo importante della sua vita in India dove conobbe Larry Brilliant, amico anche negli anni a venire, che ha dedicato tutta la sua vita aiutando i più bisognosi attraverso la creazione della fondazione Seva, nata soprattutto grazie all’assegno da 5.000$ donato proprio da Steve Jobs. Questo assegno, insieme ad un Apple II, rappresentò la prima donazione per la fondazione: stando alle parole di Jobs, il computer avrebbe avuto il compito di raccogliere tutti i dati relativi all’attività svolta dalla fondazione attraverso l’app VisiCal, un potente foglio di calcolo che avrebbe permesso a Larry di appuntare tutto, visto che c’era spazio infinito. Lo stesso computer è “tornato a casa”, un omaggio di Larry a nome della sua fondazione verso la signora Jobs, come simbolo dell’enorme contributo dato dal marito al progetto benefico.

[https://www.ispazio.net/category/curiosita/page/56]